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La parola di Papa Francesco
dalla Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit
«Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma. La speranza è anche il messaggio centrale del prossimo Giubileo, che secondo antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni. […] Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene, pur non sapendo che cosa il domani porterà con sé. (1) È infatti lo Spirito Santo, con la sua perenne presenza nel cammino della Chiesa, a irradiare nei credenti la luce della speranza: Egli la tiene accesa come una fiaccola che mai si spegne, per dare sostegno e vigore alla nostra vita. La speranza cristiana, in effetti, non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? […] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,35.37-39). Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita. (3)
La parola del Vescovo Gherardo
dall’Introduzione all’Assemblea pastorale, 29/09/24
Prendere l’iniziativa significa cercare di intercettare i luoghi dove ci sono domande, persone che si pongono delle do- mande. Non so se ricordate, qualche anno fa c’era una maglietta che ha avuto un certo successo, che portava la scritta: Jesus is the answer, Gesù è la risposta. Qualcuno ironicamente diceva: “Ma qual è la domanda?”. Il rischio è un po’ questo, che noi rispondiamo a domande che nessuno ci pone. Prendere l’iniziativa significa mettersi in ascolto, perché le domande ci sono, ma non necessariamente quelle che pensiamo noi, ma quelle che lo Spirito suscita e che noi siamo chiamati ad ascoltare. Prendere l’iniziativa, dunque: è questo il primo verbo che sottolineiamo.
Per riflettere
“A quanti leggeranno questa lettera la speranza ricolmi il cuore”. È l’augurio che il papa ha voluto come sottotitolo della Bolla di indizione del giubileo. Noi comunichiamo tantissimo, non solo personalmente, ma con email, messaggi, telefonate e social: siamo capaci di trasmettere parole o gesti di speranza ai nostri interlocutori?
“Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza”. In questo giubileo siamo invitati ad essere pellegrini di speranza verso Roma e le chiese giubilari. C’è un luogo del cuore come meta da raggiungere e da proporre alla nostra famiglia o alla comunità? Il primo pellegrinaggio non dobbiamo forse compierlo nel cuore, per recuperare il dono, la virtù della speranza?
“Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza” (Os 2,16-17). Da luogo di sventura e afflizione, Dio trasforma la valle di Acor in porta di speranza e invece di punire il popolo di Israele gli offre una nuova possibilità di “amore e benevolenza”. Di fronte alle difficoltà, ai fallimenti, personali o familiari o della comunità, siamo tentati di gettare la spugna oppure ci impegniamo a trovare parole e scelte di speranza per noi e per gli altri?
Preghiera
A te, Signore, innalzo l’anima mia,
mio Dio, in te confido: che io non resti deluso!
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato.
(dal Salmo 25)