religioso (1515-1587)
18 maggio
 Lo chiamarono, nella Roma cinquecentesca in cui visse gran parte della sua vita, «frate Deo gratias». Perché girava in lungo e in largo la città con la bisaccia sulle spalle a chiedere l’elemosina per i poveri. E a quanti gli davano qualcosa diceva serafico: «Deo gratias»; e a quanti non gli davano nulla, con lo stesso sorriso sulle labbra diceva: «Deo gratias». E quando, per la grande mole dei doni ricevuti, aveva la bisaccia pesante, affermava che il sacco non gli pesava affatto, tant’era l’amore per i suoi poveri. Una volta, per burla, alcuni studenti misero una moneta nel sacco del frate, egli cominciò a gridare, dicendo che gli era diventato pesantissimo e che c’era dentro il demonio.
Lo chiamarono, nella Roma cinquecentesca in cui visse gran parte della sua vita, «frate Deo gratias». Perché girava in lungo e in largo la città con la bisaccia sulle spalle a chiedere l’elemosina per i poveri. E a quanti gli davano qualcosa diceva serafico: «Deo gratias»; e a quanti non gli davano nulla, con lo stesso sorriso sulle labbra diceva: «Deo gratias». E quando, per la grande mole dei doni ricevuti, aveva la bisaccia pesante, affermava che il sacco non gli pesava affatto, tant’era l’amore per i suoi poveri. Una volta, per burla, alcuni studenti misero una moneta nel sacco del frate, egli cominciò a gridare, dicendo che gli era diventato pesantissimo e che c’era dentro il demonio.
Uomo semplice, ma ricco di spirito religioso, era nato da una famiglia di contadini a Cantalice, nel reatino, nel 1515. Fino a trent’anni aveva lavorato i campi. Poi aveva tentato l’avventura nella capitale con il desiderio di migliorare la propria condizione. Seguendo poi la chiamata divina, si fece frate imponendosi subito per la sua semplicità, pe r lo spirito giovanile e faceto.
r lo spirito giovanile e faceto.
Gli fu amico anche san Filippo Neri, e lo onorò della sua stima il grande san Carlo Borromeo. Ambedue ricorrevano a lui per consigli e non disdegnavano di inchinarglisi dinanzi. E nella Roma un po’ fatua del tempo, il gesto del tutto inconsueto non mancava di suscitare stupore e ammirazione.
L’umile cappuccino, amato dai poveri e dai grandi, morì il 18 maggio 1587, rapito nella visione della Madonna. Attorno alla sua tomba fiorirono presto i miracoli che consacrarono ufficialmente la sua santità.
Tratto da: P. Lazzarin, Il libro dei Santi, Messaggero di S. Antonio editrice, 2013

