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La parola di Papa Francesco
dalla Bolla di indizione del Giubileo, Spes non confundit
Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza (…) Il Giubileo ricordi che quanti si fanno «operatori di pace saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). (8)
Guardare al futuro con speranza equivale anche ad avere una visione della vita carica di entusiasmo da trasmettere. (…) È urgente che, oltre all’impegno legislativo degli Stati, non venga a mancare il sostegno convinto delle comunità credenti e dell’intera comunità civile in tutte le sue componenti, perché il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore, dà futuro ad ogni società ed è questione di speranza: dipende dalla speranza e genera speranza. (9)
Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza (…) È un richiamo antico, che proviene dalla Parola di Dio. (10)
Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono. (11)
Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in se stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. (12)
Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie. (13)
Segni di speranza meritano gli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. (14). Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi. (15)
La parola del Vescovo Gherardo
dall’Introduzione all’Assemblea pastorale, 29/09/24
Dopo il primo verbo ‘prendere l’iniziativa’ e dopo il secondo accompagnare’, c’è un terzo verbo importante, il verbo coinvolgersi. Notiamo che quando Filippo accoglie la richiesta dell’eunuco di ricevere il battesimo, nel testo si racconta un particolare molto interessante: “Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco” (At 8,38). Lo ribadisce due volte: “Scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco”. Perché lo sottolinea? Perché quel gesto è un gesto molto coraggioso: Filippo accoglie qualcuno che è escluso dalle pratiche cultuali di Israele e si coinvolge in quel gesto. Non lo battezza tenendo le distanze, ma scende con lui nell’acqua. Coinvolgersi significa questo, avere il coraggio di assumere i rischi che comporta l’accogliere fino in fondo.
Per riflettere
Papa Francesco ci propone diversi ambiti di vita in cui porre segni di speranza. In quale/i di questi puoi impegnarti, singolarmente e/o insieme alla tua comunità?
Cosa fare perché questi segni diventino, al di là dell’anno giubilare, motore di crescita umana e spirituale permanente sia personale che comunitaria?
Preghiera
Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica!
Donaci tu la pace, insegnaci tu la pace, guidaci tu verso la pace.
Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire:
“mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”.
Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace.
Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace;
donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli
che incontriamo sul nostro cammino.
Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti,
perché la parola che ci fa incontrare sia sempre
“fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen.
(Papa Francesco)