Durante quest’anno il nostro giornalino parrocchiale “In Cammino” ha pubblicato mensilmente un riquadro dedicato alle Opere di Misericordia.
Nella pausa estiva ripubbliccheremo sul sito parrocchiale queste riflessioni a cadenza regolare che ci traghetteranno al prossimo anno pastorale.
Con la Bolla di indizione “Misericordiae Vultus” Papa Francesco ha proclamato un Anno Santo straordinario della Misericordia.
L’Anno Santo sarà aperto da Papa Francesco in S. Pietro il prossimo 8 Dicembre 2015, solennità della Immacolata Concezione. La nostra diocesi celebrerà l’apertura dell’Anno Santo Domenica 13 Dicembre 2015.
La scelta della Misericordia come tema di questo anno non è certamente casuale, basta analizzare anche velocemente l’opera di Papa Francesco in questi quasi tre anni di pontificato per distinguere la Misericordia come elemento portante della sua predicazione e della sua azione pastorale.
Nel linguaggio comune la parola “misericordia” sovente viene utilizzata per indicare un atteggiamento di compassione denotato da una episodicità e superficialità che sono ben lontane dal vero contenuto della parola così come ci è testimoniato dalla Sacra Scrittura.
Il tema della Misericordia attraversa in maniera trasversale tutta la Bibbia e, a partire dall’Antico Testamento, si rivela essere il vero volto del Padre che si rivela in Gesù Cristo suo Figlio.
Nell’Antico Testamento la parola “misericordia” viene espressa con due diverse parole: una richiama il nostro termine “viscere” e ha un riferimento diretto al “seno materno” da cui forse un legame con l’amore viscerale della madre per un figlio. La seconda parola richiama la relazione tra due esseri con forte riferimento alla fedeltà e la fecondità. L’antico testamento ci consegna quindi un concetto di misericordia che ci rimanda al volto materno e al legame tra una madre e al figlio portato nelle sue viscere, legame che però non è spinto da istinto o episodicità ma una scelta di fedeltà voluta, quasi che sia risposta ad un dovere interiore.
Questa è l’immagine di Dio che ha il Popolo di Israele dell’Antico Testamento, un Dio temibile e potente, ma che si mostra: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà» (Es 34,6).
Il Nuovo Testamento per parlare della Misericordia utilizza termini greci che in pratica risultano essere la traduzione dei due termini utilizzati dall’Antico Testamento. Gesù Cristo, anche se solo una volta è appellato come “misericordioso” nel Nuovo Testamento fa del tema della misericordia uno dei punti centrali della sua predicazione. Nel vangelo di Matteo (Mt 9,13) Gesù cita il profeta Osea (Os 6,6): «Andate dunque e imparate che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”» annuncio che caratterizza fortemente il suo messaggio. Gesù intende allontanare false manifestazioni di fede che riducono la Misericordia a gesti esteriori lontani da quelle “viscere” di cui la misericordia è espressione quasi letterale. Gesù indica come solo la apertura alla misericordia di Dio è la strada per la Salvezza: «Non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori» (Mt 9,13). Più volte la misericordia e la compassione sono indicate come “scatenanti” i miracoli di Gesù che manifestano il suo amore facendolo diventare concretamente “volto misericordioso del Padre”. Infine in Luca al capitolo 15 troviamo le tre parabole della Misericordia che rappresentano un vero e proprio trattato sulla Misericordia di Dio, tra queste spicca quella celeberrima del “Padre Misericordioso”.
Quindi in Gesù la misericordia più che “predicata” diventa vissuta. Gesù stesso è espressione della Misericordia del Padre. Il titolo della bolla papale di indizione dell’anno santo allude proprio a questo: “Misericodiae Vultus”: Cristo è il volto misericordioso del Padre.
Per Gesù la Misericordia diventa anche vita vissuta “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia” (Mt 5,7) e “Siate Misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36).
In Gesù quindi la misericordia non è un vago sentimento o una azione sporadica ma prende forma in un atteggiamento di vita che si realizza in forme concrete e stabili di comportamento. La tradizione Cristiana ha condensato questi atteggiamenti nelle così dette opere di Misericordia Materiale e Spirituale, un doppio settenario dal forte sapore simbolico ma altrettanto saldamente legato alla realtà.
Nei prossimi numeri del nostro giornalino dedicheremo un riquadro alle opere di misericordia, raggruppando assieme quelle di Misericordia Materiale sicuramente più conosciute e anche più o meno agevolmente praticate e dedicando invece un riquadro apposito ad ognuna della opere di Misericordia Spirituale che sicuramente meritano un approfondimento maggiore affinché iniziamo a viverle con pienezza nella quotidianità.
Le sette opere di Misericordia Spirituale:
- Consigliare i dubbiosi;
- Insegnare agli ignoranti;
- Ammonire i peccatori;
- Consolare gli afflitti;
- Perdonare le offese;
- Sopportare pazientemente le persone moleste;
- Pregare Dio per i vivi e per i morti.
Le sette opere di Misericordia Materiale:
- Dar da mangiare agli affamati;
- Dar da bere agli assetati;
- Vestire gli ignudi;
- Ospitare i pellegrini;
- Curare gli infermi;
- Visitare i carcerati;
- Seppellire i morti.
L’articolo è stato tratto dal numero di Ottobre 2015 del giornalino parrocchiale “In Cammino” scaricabile a questo link.