30.07 L’odio non si sconfigge con altro odio

Lug 31, 2016 | Diario del Pellegrino GMG 2016, Pellegrinaggio, Riflessioni

 

 

Stamattina ci siamo svegliati ad un orario abbastanza consona, per i nostri standard mattutini, e, subito dopo colazione e l’ennesima doccia fredda, ci siamo recati in chiesa ad assistere alla Santa Messa.
Il tema affrontato è stato quello della misericordia, però non come perdono ma come umanitá, perchè la misericordia aiuta a lenire le ferite del mondo, a renderci più forti. Non è come “una caramella che ha lo scopo di addolcire“,  essa ci rende più forti attraverso la veritá che ci aiuta a prendere consapevolezza della nostra situazione,  in questo modo ci mette davanti alla realtá senza alcun filtro davanti, senza addolcirla.
IMG-20160731-WA0007Dopo la messa è cominciato il pellegrinaggio verso il Campus Misericordiae, luogo in cui si è tenuta la veglia di Papa Francesco con tutti i giovani. Durante il pellegrinaggio abbiamo cantato e tenuto l’entusiasmo acceso perpetuandolo anche durante la veglia. Il Campus è molto grande e noi siamo stati fortunati perchè abbiamo ottenuto una posizione migliore rispetto ad altri rendendoci più accessibile il palco e i teleschermi, dove sono state trasmese le testimonianze di due persone che hanno saputo riprendere in mano la propria vita attraverso l’impegno e l’aiuto di Dio, Rand e Miguel, provenienti da luoghi del mondo assediati dalla guerra e dal terrore, Siria e Paraguay. Entrambi hanno due storie molto diverse, ma allo stesso tempo simili perchè sono all’insegna della paura, del dolore da cui poi riescono ad evadere grazie alla misericordia di Dio.
Rand nel suo paese viveva nel terrore a causa dei continui attacchi a cui era soggetto il suo popolo, per questo molte volte era impossibilitata ad uscire dalla porta di casa, anche solo per fare una delle cose che noi riteniamo comuni, ovvero andare a scuola, e se usciva, si sentiva indifesa, priva di protezioni perchè usciva dal suo luogo di sicurezze in un paese in cui non ce n’erano affatto: la casa. Molte volte in queste situazuoni ha pensato anche alla inesistenza di Dio e si è anche interrogata sul perchè Dio non facesse nulla se davvero esisteva. Poi ha scoperto che la morte non si sconfigge con altra morte, l’odio non si sconfigge con altro odio, ma si sconfiggono con la fraternitá, la fratellanza, la misericordia, la comunione con lo scopo di convertire le persone che hanno recato del male e rendendo questo mondo migliore. Alla fine della testimonianza ha chiesto a tutti noi di affidare una pregiera per la Siria, luogo ancora assediato dalla guerra.

IMG-20160731-WA0005Invece la storia di Miguel parla di un ragazzo con 11 fratelli e un rapporto conflittuale con i genitori, che vede la casa come un luogo in cui andare unicamente a mangiare e dormire, lasciando da parte la vita familiare. Questo atteggiamento lo porta su una brutta strada, quella della droga, rendendolo ancora più assente dal mondo circostante e dalla sua famiglia. Vive anni di buio e vuoto, in cui commette crimini che lo fanno rinchiudere in carcere per diversi anni, finchè il padre, che lo aveva cacciato di casa a causa del suo comportamento, vuole dargli un’altra possibilitá per vedere se è davvero cambiato e abbia intenzione di ricominciare con il piede giusto. Miguel dice di essere pronto a cambiare anche se poi i fatti dimostreranno il contrario; la vera rivoluzione avviene quando, dopo aver scontato anni di carcere per un’altro crimine commesso, conosce un sacerdote, amico della famiglia, che è a capo di un centro di recupero e gli propone di entrare a far parte di esso e lui accetta. In questa comunitá comincia ad avere delle responsabilitá ed è proprio in questo momento che egli capisce il vero senso della famiglia, di condivisione, di amore e si dá un’altra possibilitá nella vita affidandosi alla fede e confidando in Dio.
IMG-20160731-WA0002In seguito alle testimonianze è entrato in scena il Papa con il discorso ai giovani, concentrandosi a parlare delle nostre decisioni che condizioneranno un giorno il nostro futuro. Le parole che il Papa ha detto sono state: “Voi credete che la felicitá sia nel sdraiarsi comodi su un divano quando invece questo vi porta solo ad essere più chiusi e in paralisi. La felicità risiede nel prendere un paio di scarpe e percorrere strade mai incontrare prima all’orizzonte“. E che orizzonte! C’era un tramonto stupendo…
Le parole che mi hanno colpito di più del discorso del Papa sono state quelle quando ha detto che noi siamo qui per lasciare un’impronta e non per passare indisturbati senza lasciar alcun segno, poi ci ha invitato a prenderci tutti quanti per mano per dimostrare che insieme possiamo davvero cambiare il mondo e fare qualcosa mai fatto prima camminando uno di fianco all’altro con una meta comune in cui l’importante è avere un traguardo condiviso e non camminare gomito a gomito. Dobbiamo dimostrare che è più semplice costruire ponti che muri uscendo dal torpore a cui ci  dedichiamo ogni giorno (cellulare, computer, tv, playstation…) che il Papa chiama “la divano-felicitá” o il “canapaio“.
Durante tutto questo ho notato che ci sono stati molti scambi di affetto, non solo tra noi, ma anche tra altri pellegrini e io credo sia dovuto al fatto che ognuno di noi ha bisogno di questi gesti d’amore, che possono essere degli abbracci o qualcosa di più, per avere la conferma di essere importante per l’altro e sentirsi amato così come il Signore ama incondizionatamente tutti noi uomini.
IMG-20160731-WA0006Una scena davvero suggestiva e che mi ha toccato molto è stato quando, durante le preghiere, abbiamo acceso tutti le candele creando uno scenario di pura magnificenza rendendo il momento ancora più intimo e magico.
Signore ti ringrazio per avermi dato la possibilitá di vivere questa avventura, che vorrei non finisse mai, con queste persone stupende che ho incontrato.
Grazie Signore

Rachele Curia

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    1. Rina
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  • giovedì 27 Febbraio

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  • venerdì 28 Febbraio

    18.30 Catechesi Adulti
  • venerdì 28 Febbraio

    18:00 – 18:45
    MESSA

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